Di Marianna Picerno
Relazione tenuta in occasione del Convegno, organizzato da Connecting Italy, il 29 marzo tenuto a Mondragone dal titolo “Comuni in rete. Nuove progettualità per territori e Comunità” Il mio intervento si focalizza sul concetto concreto di rete tra la comunità di un territorio ed il Comune di appartenenza, andando a comprendere nello specifico quali sono i vantaggi nel fare rete per l’intera comunità. Si analizza il fenomeno, vengono proposti modelli generativi e di manutenzione delle reti che permettono di farle durare nel tempo, esercitando quell’azione utile a favorire coesione sociale e territoriale. Che cosa è una comunità? una serie di connessioni fra i cittadini, le imprese, le Istituzioni civili e religiose, le associazioni, basate sulla condivisione di valori e di visioni con un ruolo centrale di hub da parte del Comune. In molti casi queste connessioni tendono a indebolirsi, sfilacciarsi frantumando la coesione sociale e creando visioni divergenti che portano alla decrescita, più che allo sviluppo. Qual’è la mission dell’Associazione Connecting Italy?
È quella di creare reti di collaborazioni solidali a livello territoriale, non solo nell’espletare un servizio o progettare investimenti per il benessere della comunità a livello territoriale, ma tale Associazione ha anche l’obiettivo concreto di mettere in rete cittadini con le strutture comunali migliorando lo spirito di comunità. Inteso sia in una migliore efficacia ed efficienza nell’operatività lavorativa del personale del Comune ma anche intesa in una migliore soddisfazione del cittadino nel soddisfare i propri bisogni sociali. Possiamo valutare la soddisfazione di una comunità sotto tre aspetti principali: 1) qualità dei servizi al cittadino; 2) qualità ambientale; 3) supporto allo sviluppo e al lavoro. Il nostro compito è analizzare come viene fornito il servizio e migliorarlo o implementarlo in maniera tale che il cittadino non si senta più un numero ma una parte attiva della propria comunità. Bisogna rendere tutte le strutture e/o uffici del Comune più amichevoli/friendly verso gli utenti.
Questo può riguardare ad esempio i servizi anagrafici, gli uffici relativi ai tributi, i servizi sociali, la gestione dei rifiuti. Ad esempio, se all’ufficio anagrafe il cittadino recandosi viene accolto con la presenza di panche per sedere, con la disponibilità di avere un numero per seguire con ordine il proprio turno, avere anche la possibilità di fare una prenotazione per avere la certezza di non perdere tempo con eventuali attese, può esserci un dispenser per prendere dell’acqua nelle attese. Tutti questi benefits, che rendono confortevole un luogo, sono per il cittadino un valore aggiunto che lo fa sentire parte di un sistema e non avvertire la struttura comunale come una barriera. Tali attività vengono espletate da Connecting Italy con una prima fase di analisi per poi essere seguita da una di progettazione.
La fase di analisi tende a: 1) campionare lo “spirito di comunità”, quindi analizzando un campione di soggetti considerando gli aspetti considerati prima; 2) analisi del livello di comunicazione e della customer satisfaction dei cittadini. La fase dell’ascolto è fondamentale nel comprendere cosa funziona e cosa invece va migliorato; La fase di progettazione si esplica in: 1) miglioramento della rispondenza delle strutture alla necessità dei cittadini (considerando sia le strutture fisiche, che digitali). La fase di layout strutturale e funzionale, come cambiare e rendere accoglienti ambienti, riveste un ruolo fondamentale; 2) fase di formazione del personale. Una formazione mirata del personale del Comune, soprattutto di quelli addetti al front office. La formazione del personale deve rendere lo stesso più disponibile verso la comunità senza eccesso di autoritarismi, pur nel rispetto delle regole e delle procedure. 3) miglioramento delle strutture di ascolto dei cittadini, sia usando le moderne tecnologie digitali, ma anche organizzando periodicamente assemblee pubbliche sulle diverse aree tematiche. Le evidenze empiriche dimostrano che nei Comuni in cui si è lavorato sulla strutturazione delle reti sociali, oltre ad aumentare il consenso dei cittadini verso gli amministratori pubblici, si registra il miglioramento del clima sociale, diminuisce il contenzioso con il Comune e migliora il gettito fiscale. Le considerazioni da me fatte possono estendersi anche a reti fra Comuni (Unione e Convenzioni) che condividono spazi omogenei, interessi sociali e culturali, ma come ben sappiamo le Unioni di comuni sono poco diffuse soprattutto nel Sud Italia, sia per carenze infrastrutturali che per scarso spirito di cooperazione. Su questi aspetti si potrebbe lavorare nell’ambito del P.T.R della regione Campania e della attuazione del D.M.O per il turismo.